OLIMPIA - Scritto da MARIANO ARGENTIERI Adv - Set - Photo - Art Designer e Curatore del Blog.

OLIMPIA Scritto da Mariano Argentieri: Adv - Set - Photo - Art Designer e Curatore del Blog "VILLEGGIARE A MARE"

La sera il piroscafo Olimpia parte carico di merce dal porto della città e gli abitanti augurano buon viaggio ai parenti, imbarcati come equipaggio, ed escono con le barche e delle lanterne, creando un mare stellato. Io, la mia mamma e i nonni partecipiamo sempre alla cerimonia del mare; sapete perché?
Il mio papà da otto anni è il comandante del piroscafo, per essere precisa dal 1889, ovvero l’anno della mia nascita; sarà per questo motivo che il mio nome è Olimpia.

«Olimpia. Piccola birbantella…!» esclama la mamma «…lo sai che non puoi giocare nello studiolo di papà?».
Lo so bene, ma quando sento la sua mancanza mi piace curiosare tra le sue carte nautiche per viaggiare con la fantasia. Come sarebbe bello se appoggiando una di quelle grandi conchiglie all’orecchio anziché sentire la voce del mare potessi ascoltare quella di papà. Ma poi a tenermi compagnia arriva il nonno dicendomi: «Vieni con me Olimpia che ti insegno a fare delle barchette di carta».

La cittadina dove abito si trova in Puglia, di preciso a Bari, ma trascorriamo l’estate in una villa fuori città, nel luogo in cui il mar Adriatico incontra la punta di San Cataldo. Lì dove sorge il faro. Il mio papà ha navigato per lungo e largo e non c’è oceano o mare le cui storie non conosca, infatti, quando torna mi dice: «Olimpia ti racconterò nuove storie di galeoni, isole, tesori nascosti e marinai».
Qui la scogliera suona come un flauto quando il vento soffia attraverso fessure e grotte marine nascoste; spalancando le finestre la mia casa si profuma di mare mentre le tende gonfiandosi sembrano le vele del piroscafo. Ricordo la sera della partenza, salì sul torrino belvedere della villa e osservai il naviglio con il cannocchiale fino a quando lo sbuffo di vapore del fumaiolo e le luci svanirono; le stelle si tuffavano tra le onde, la luna creava un tappeto luccicante in mare, mentre il faro proiettava un ponte luminoso che attraversava le nuvole.
La nonna, talvolta, sedendosi al pianoforte mi chiede: «Olimpia, vuoi giocare con il teatrino delle marionette?» Quindi mentre suona allegramente, io faccio danzare le marionette, ed in fine, la mamma e il nonno applaudono divertiti.

Sono trascorsi sessanta giorni, stasera ritorna il piroscafo Olimpia. «Evviva, evviva ritorna papà!» esclamo gioiosamente. Ma da qualche giorno c’è una brutta tempesta, il vento spinge grosse nuvole scure, il faro non si illumina perché la lanterna è rimasta danneggiata da una tromba d’aria. Le barche con le lanterne, per colpa della mareggiata, non possono uscire come di consueto dal porto per la cerimonia di benvenuto.
Chiedo al nonno: «Come farà papà e il suo equipaggio a condurre l’Olimpia in porto?»
Inaspettatamente accade un fatto incredibile; dal cielo scuro appare una sfera di luce intermittente che aumenta di dimensione e intensità man mano che si avvicina. Arrivata sopra il faro la vediamo più chiaramente ed il nonno così la descrive: «È un’aeronave con un immenso pallone luminoso ad intermittenza e tre vele, mentre appesa c’è una costruzione simile a un galeone. Sembra un faro. Anzi è un faro, ma volante.»
Nel frattempo il faro volante è atterrato e il suo equipaggio provvede ad ormeggiarlo.
Dal mare il fischio di una sirena e alcuni razzi luminosi allertano gli abitanti dell’arrivo del piroscafo che tra le onde dondola pericolosamente, ma l’abilità del mio papà e dell’equipaggio non lo fa infrangere verso la scogliera; quindi guidato dalla luce del faro volante raggiunge il porto e cala le ancore ricevendo il benvenuto festante degli abitanti.

La sera seguente la mia famiglia, per ringraziare il capitano del faro volante per il suo intervento di soccorso, lo incontra per porgergli un dono. Un cesto pieno di leccornie e frutti di stagione. Il capitano, invitandoci a salire a bordo, ci racconta: «Il faro volante è come un vascello, infatti, ha una plancia di comando per governarlo, le stanze per l’equipaggio, una cucina e una sala mensa, la cambusa per le provviste e il carbone. La mongolfiera è alimentata dal vapore e illuminata dal fuoco e un macchinario fatto di specchi e cristalli moltiplica la luce.»
La mattina seguente il faro di San Cataldo è perfettamente riparato e con il suo fascio di luce è tornato ad essere visibile alle imbarcazioni in alto mare. Gli abitanti di Bari, riconoscenti, accompagnano la partenza del faro volante con una vivace cerimonia di barche che sembrano volare tra i gabbiani in un mare azzurro come il cielo. 




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(racconto fantastico per l'infanzia)

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